Damia by Anne Mccaffrey

Damia by Anne Mccaffrey

autore:Anne Mccaffrey [McCaffrey, Anne]
La lingua: eng
Format: epub
ISBN: 9780552163644
Google: TKRlrgEACAAJ
Amazon: 0441135560
editore: Putnam
pubblicato: 1992-07-02T00:00:00+00:00


6

Le mani che entrarono nel campo visivo di Afra non erano più quelle di una bambinetta, ma erano ancora snelle, graziose proprio come la loro proprietaria.

— Che ne pensi? — chiese Damia, voltando le palme delle mani in su e in giù per fargliele ispezionare. Afra, che era in ginocchio, alzò lo sguardo fino a quegli intensi occhi blu incastonati in un viso ovale, incorniciato da lunghi capelli corvini. Damia se li era fatti crescere nei quattro anni passati dal suo ritorno da Deneb.

— Pensare cosa, streghetta? — chiese lui, sfiorandole l’unico ricciolo bianco che faceva risaltare il nero lucente dei suoi capelli.

— Questo! — Damia si erse in tutta la sua altezza, passandosi le mani sul corpo. Fu solo allora, vedendo la ragazza sfacciatamente in posa, una gamba leggermente davanti all’altra, che Afra si rese conto che non indossava il costume da bagno.

— Stai venendo molto bene, Damia — le disse Afra, non rivelando emozioni.

Nella palestra della stazione Callisto l’abbigliamento era strettamente fa-coltativo e serviva a decorare più che a coprire.

Damia pestò un piede e strillò. — No! L’abbronzatura! Afra, l’abbronzatura!

Afra le guardò di nuovo la pelle. Inclinò il capo: si era lievemente scuri-ta. Alzò un braccio verde mettendolo accanto al suo e scosse la testa. —

Non è la mia tinta, penso.

Damia lanciò uno strillo indignato. — Afffrrrra! — Pestò il piede così forte che i seni le ballonzolarono.

Afra le fece un sorrisetto ironico. — Sì?

Lei prese una bottiglietta dalla vicina sedia a sdraio e gliela porse. — Me la spalmi? — chiese, con un tono fattosi dolce. — Non voglio perdere quel po’ di tintarella che ho.

Afra prese la boccetta di lozione abbronzante e occhieggiò la ragazza attentamente. Annusò la boccetta, mise un po’ del contenuto su un dito e lo sfregò con il pollice. — Quanta e dove?

— Abbastanza da spalmarmi dappertutto, no? — Il suo tono era quasi condiscendente.

Afra si piegò ai suoi voleri, cominciando dalla schiena. — Credi che ad Amr piacerà? — chiese Damia quando Afra ebbe finito l’operazione.

— La tua pancia? Non vedo proprio perché — disse Afra, scrutando pieno di desiderio la piscina vuota.

— Afra! Non la mia pancia! I muscoli! Guarda! — E si tese, rivelando un corpo eccezionalmente muscoloso, con gli addominali che risaltavano chiaramente sotto la morbida pelle abbronzata.

— Belli — replicò Afra indifferente. — Ora nuotiamo!

— Oooh! Dovrei saperlo che è inutile competere in piscina con te! — E

con questo si tuffò dentro.

Ore dopo comparve nel suo appartamento. — Che ne pensi? — chiese, roteando su se stessa per far turbinare gli orli di un diafano vestito purpu-reo. Si era raccolta i capelli a crocchia, con il ricciolo bianco intrecciato a spirale. Ciglia lunghe e scure mettevano in risalto i penetranti occhi blu, e le si formarono delle fossette quando la bocca si atteggiò in un dolce sorriso.

— Pensavo — disse Afra mentre avanzava nel soggiorno con la sua cena

— che ti avessero insegnato a bussare.

Damia si imbronciò, ma gli occhi le scintillarono di malizia.

Afra conosceva quello sguardo. — Lo sai che ne pensano i tuoi genitori di vederti teletrasportare per tutta la stazione.



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